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Una società perfetta (Matteo 5:48)

A Proposito di... > La decima

Il cristiano autentico ha un autentico rispetto per i comandamenti di Dio e non li osserva con paura, come se fosse da essi minacciato e condannato, ma ubbidisce ad essi per amore, perchè è stato vinto dall' amore di Dio che gli ha dato l'unigenito Figliuolo e li adempie nei due comandamenti fondamentali: "Ama il Signore Iddio tuo" e "Ama il prossimo tuo come te stesso".

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? (Romani 8:32)

UNA SOCIETA' PERFETTA (Matteo 5:48)

Non è nell'intenzione di questo piccolo studio trattare in forma ampia e completa il soggetto della "decima" come offerta d'amore. Qui si sottintende che ogni sincero cristiano sia già stato informato, almeno dalla Bibbia, della necessità, del dovere di contribuire coi propri beni al sostentamento materiale della chiesa e particolarmente dei suoi ministri.

Chi interpreta maliziosamente questa verità biblica, vive ancora, purtroppo, nelle tenebre dell'ignoranza e non ha certamente acquisito "il senso delle cose di Dio".

E' indispensabile che la chiesa sappia tutti gli scopi della propria esistenza e che in questi rientra anche quello dell'amministrazione dei suoi beni secondo un criterio divino. La chiesa deve essere e sarà una società perfetta. Essa si compone oggi di persone che vivono l'urgenza della diffusione del vangelo di Cristo, motivo di vita per tutti i credenti. Si compone di persone decise a cercare e possedere soprattutto il "Regno di Dio e la sua Giustizia", fiduciose che tutte le altre cose vengono loro sopraggiunte dalla fedeltà e benignità di Dio
(Matteo 6:33). La chiesa è un'assemblea di anime, una società tendente alla perfezione che potrà attuare mediante l'ubbidienza alla parola di Dio. Questa società è organizzata e diretta da un divino Presidente, lo Spirito Santo. Il divino Presidente le dà precise disposizioni in perfetto accordo con la Bibbia e nel suo contempo svolge su di essa un'amorevole azione persuasiva, affinchè non abbia ad errare o a dubitare, tale da non lasciare possibilità di confutazione. Ma lo Spirito Santo, vicario di Cristo sulla terra, non obbliga nessuno ad ubbidirgli, Egli convince, ma lascia libero ciascun uomo di restare o di uscire dalla società, facendosi così responsabile della scelta fatta:"Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male... scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza,amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni..."(Deuteronomio30:15,19,20). Il consiglio del divino Presidente è dunque quello di attenersi alla vita, vita conseguibile con l'ubbidienza e il sincero amore. La chiesa, dunque, come società, si compone di dirigenti e di diretti. Però, contrariamente a quanto accade nella società del mondo, quelli che la dirigono, che hanno delle responsabilità e un certo potere decisionale sono i servi. Dirigenti e diretti non creano particolari privilegi e gerarchie, essi sono tutti fratelli (Matteo 23:8), gli uni necessari agli altri e sono tutti dipendenti alla stessa maniera da un unico capo, Gesù Cristo, anche se l'apostolo Paolo dice che certi servi devono essere "reputati degni di doppio onore" (1 Timoteo 5:17,18). Questa associazione di anime ha dei precisi doveri verso Dio;verso sè stessi e verso il mondo: doveri spirituali e doveri di carattere economico. Questi ultimi riguardano massimamente le offerte di denaro dei credenti.

La chiesa non è soltanto il gruppo, la comunità a cui si appartiene, essa si estende al mondo intero, pertanto i doveri suddetti si possono allargare ai bisogni di molte comunità e alle varie istituzioni caritative presenti nella città, nella regione, nella nazione e nel mondo. Dette istituzioni caritative potrebbero essere ospedali, orfanotrofi, case di riposo per anziani,, scuole, locali di culto, ecc, ma la precedenza assoluta nell'amministrazione delle offerte deve essere data alle opere missionarie
(Ebrei 13:16). Una tale ampiezza di bisognoi economici potrebbe disorientare e spaventare anche il credente più ben disposto, ma, come si vedrà più avanti, Dio è intervenuto con sapienza ed onniscienza (Dio sa che tu puoi dare!!) per indicare una misura possibile a tutti.Si intenda bene: possibile a "tutti" coloro che hanno sinceramente fede in Dio e che, ubbidendogli, Lo ritengono verace nella Sua promessa (Ebrei 10:23). Gli altri non contano. Prima di trattare la misura accessibile a tutti, ci soffermiamo su alcuni possibili interrogativi martellanti la mente di qualche cristiano desideroso di vivere spiritualmente, senza però assumersi l'impegno di dare suggerito dalle sacre Scritture. Le domande sono queste:

E' veramente necessario che la chiesa di Dio debba essere sostenuta col denaro? (ciò sembrerebbe una profanazione, addirittura una bestemmia); non ha forse Gesù Cristo promesso di assisterla fino alla fine dell'età presente?; la sua potenza non è forse lo Spirito Santo?

Si, certo, possiamo rispondere che se l'unica potenza di una chiesa è il denaro, tale chiesa si è semplicemente ridotta ad essere una "spelonca di ladroni". Ma dobbiamo sinceramente ammettere che il denaro ha una particolare importanza anche nella chiesa. Ad esempio sarebbe inconcepibile oggi pensare di inviare i servi di Dio a svolgere il ministerio nel deserto della terra al fine di essere miracolosamente nutriti dai corvi, come avvenne per il profeta Elia; non è possibile mandarli in giro vestiti di pelo di cammello e nutriti di miele selvatico e locuste arrostite, come fu per Giovanni Battista. Pertanto,volendo diffondere il vangelo e curare le anime del nostro mondo moderno, fra le cosiddette città e genti civili, si deve dare ai ministri del vangelo la possibilità di farlo, senza lusso, ma dignitosamente. Gesù non si è mai presentato al mondo come un pezzente. Possiamo rispondere che Dio provvede ai suoi servi il necessario per vivere prendendolo logicamente dai beni da Lui stesso creati e da Lui steso distribuiti ai suoi figliuoli. E' questo il caso in cui chi ne ha di più ne dia a chi ne manca. Beato il cristiano che apre il suo cuore e la sua mano alle richieste di Dio! Come è vero che "l'uomo non vive di solo pane" è altrettanto vero che non può vivere molto a lungo sulla terra col solo nutrimento spirituale. Dio ha elargito agli uomini cibo spirituale e cibo materiale, essi sono tenuti a distribuirselo equamente. L'apostolo Paolo, che nei limiti possibili non voleva dipendere dall'aiuto materiale della chiesa, ha lasciato questa dichiarazione:
"Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali?" (1 Corinzi 9:11). Il compito di portare anime a Cristo, benchè il salvare appartenga a Dio, è stato affidato a uomini dotati di Spirito Santo e consiste nell'evangelizzarle, incoraggiarle, istruirle, difenderle,guidarle alla realizzazione di una vita santa e vittoriosa. Si tratta di un vero e proprio lavoro, e non dei meno faticosi, soprattutto quando il numero delle persone da assistere è elevato. Detto lavoro, che impegna lo spirito, la mente, le energie fisiche e la maggior parte del tempo dei ministri, deve essere giustamente retribuito, nel cielo e sulla terra. Gesù dice: "Se uno mi serve il Padre mio lo onorerà" e ciò riguarda il cielo; inoltre precisa: "L'operaio è degno del suo nutrimento" e ciò riguarda la terra. Questa è la principale ragione che deve spingere i credenti cristiani a sostenere economicamente chi li sostiene spiritualmente. Inoltre è naturale e biblico che i servi di Dio, dedicandosi totalmente al ministerio ricevuto, non debbano impegnarsi in attività estranee al ministerio o tali da ostacolare il miglior rendimento per procurarsi il necessario all'esistenza materiale: vitto,alloggio, vestiario, famiglia, etc (2 Timoteo 2:4-7). A titolo di esempio e per far cadere le errate convinzioni di certi credenti che riservano al Signore il compito di procurare il necessario ai suoi ministri per la vita terrena, descriviamo brevemente un aspetto molto realistico di Gesù nello svolgimento del suo ministerio. Egli, pur essendo figlio di Dio, illuminato nella potenza, e pur avendo in certe occasioni miracolosamnete sfamato migliaia di persone, per sè e per i suoi discepoli ricorreva alla piccola riserva di denaro della compagnia (Giovanni 4:8; 13:29) e soprattutto permetteva che alcune pie donne, da lui miracolate, lo seguissero di loro volta, ma col preciso scopo di aiutare economicamente lui e i discepoli (Luca 8:2-3). In breve, dovrebbe essere comprensibile, anche solo sul piano umano per chi non volesse porsi su quello divino che, come ogni lavoratore trae il suo sostentamento dal lavoro,che svolge, anche i ministri della chiesa devono trarre dal loro ministerio il loro sostentamento. Non corra la chiesa (proprio la chiesa) il pericolo di sprezzare i ministeri divini giudicandoli inferiori ad ogni altra professione secolare, indegni di una retribuzione, semplici passatempi, piacevolezze da dopo lavoro! Se una certa diffidenza, nei confronti di ministri e di offerte ad essi dirette, è presente anche nella chiesa, si spiega col fatto che certi abusi non sono mancati. E' pertanto doveroso scoprire tali abusi, denunciare apertamente tali ministri (e non lo sono) unicamente interessati ai beni materiali e liberarsi di loro. Però, una volta accertati che un ministro è genuino e reca benedizioni, i veri cristiani non possono più sottrarsi al dovere di offrire il loro contributo concreto a chi lo esercita (Ebrei 13:7,17). Tutti questi fatti contribuiscono al perfezionamento della Chiesa (Giacomo 1:4).


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