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TESTIMONIARE DI CRISTO
Nella Bibbia l'evangelizzazione è opera di Dio attraverso l'uomo.
Come Dio ha mandato Suo Figlio per diventare uomo e così far conoscere se stesso (Giovanni 1:18), allo stesso modo ora Gesù manda i suoi discepoli (Giovanni 20:21) come ambasciatori ed insegnanti, ma soprattutto come testimoni (Atti 1:8).
Durante il Suo ultimo incontro con i discepoli Gesù non solo diede loro la promessa della potenza, tramite il battesimo nello Spirito Santo, ma anche un modello per il futuro.
Egli disse: Voi mi sarete testimoni, anzi, Egli disse "miei testimoni".
Ciò denota una relazione molto personale tra Cristo e i Suoi discepoli e getta maggior luce sulla natura della loro opera.
Chi è un testimone? Un testimone è chi parla per esperienza personale. Egli riferisce ciò che ha visto ed udito. Al testimone non si chiede di dire ciò che pensa o sente o quali siano le sue deduzioni. Egli deve dire semplicemente ciò che ha notato. Nell'originale la parola usata è martures. Da questa parola il nome di martire era dato a coloro che testimoniavano anche a rischio della propria vita.
E' interessante notare la "lista" dei testimoni di Gesù secondo Giovanni:
Giovanni Battista (Giovanni 1:32-34)
Le opere stesse di Cristo (Giovanni 5:36)
Il Padre (Giovanni 5:37)
Le Scritture (Giovanni 5:39)
Gesù stesso (Giovanni 8:14)
Lo Spirito Santo (Giovanni 15:26)
I discepoli (Giovanni 15:27)
Quando si parla di testimoni di Gesù, in realtà stiamo parlando del privilegio che Dio dà al Suo popolo di essere Suoi collaboratori (2 Corinzi 6:1).
Niente porta più credibilità all'Evangelo che un testimone con una vita trasformata. I non credenti ascoltano quello che viene loro detto a proposito della salvezza, ma guardano e cercano giustamente degli elementi che provano le affermazioni, proprio nella vita di chi parla.
L'annuncio che Cristo è morto per condurci a Dio fa appello a persone che sono spiritualmente assetate, ma esse non crederanno se chi parla, per primo, non dà una chiara dimostrazione di conoscere e vivere quel messaggio.
Il nostro evangelo non vi è stato annunziato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo e con gran pienezza di convinzione (1 Tessalonicesi 1:5); pienezza di convinzione che può averla solamente un testimone.
Il testimone non deve mai dimenticare che la potenza che scaturisce dalla sua testimonianza ed ogni frutto che ne deriva, è da Dio e non da sè stesso. Infatti, prima di diventare testimone di Gesù, è necessario il rivestimento di potenza dall' alto (Luca 24:49).
PER UN MESSAGGIO POTENTE, CI VUOLE UN TESTIMONE POTENTE.
PER UN DIO ONNIPOTENTE, CI VUOLE UN COLLABORATORE CHE SIA ALMENO POTENTE.
La fede che deve sostenere il "fedel testimone" nell' opera di evangelizzazione, consiste nel fatto che Cristo continua ad operare così come ha sempre fatto, ovunque il Vangelo sia stato predicato.
Dire che tutti coloro che testimoniano lavorano per il Signore, è la verità e dire che essi lavorano assieme a Lui è giusto. Ma dire che Egli opera attraverso di loro è ancora più esatto e profondo e per questa ragione Paolo poteva dire che Cristo ha operato per mezzo mio, in vista dell' ubbidienza dei gentili, in parola e in opera, con potenza di segni e di miracoli, con potenza dello Spirito Santo (Romani 15:18-19).